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Il presente saggio può essere letto sotto diversi aspetti: come un testo di dottrina politica, una critica radicale al liberal-capitalismo, un metodo d'analisi, che spazia dalla cultura occidentale a quella buddhista. La critica è volta ai miti onnipervasivi e oggi ritenuti indiscutibili della modernità, intendendosi con questa l'ideologia borghese, fatta di un materialismo paradossale, di individualismo, economicismo, utilitarismo, e una tecnocrazia onnipotente. Il motore di tutto è il profitto, l'inevitabile conseguenza è un'omologazione oppressiva. Si mostra l'impossibilità a sussistere del sistema borghese, il cui tipo umano viene minuziosamente descritto, e sono esaminati molti concetti (libertà, potere, nazione, comunità, società, destra-sinistra, democrazia, Stato...), smascherando i miti e le falsificazioni imposte dalla classe-casta egemone. Lo scopo del saggio è di stimolare una riflessione scevra da luoghi comuni e l'acquisizione di una nuova e matura consapevolezza, sapendo vedere 'le cose come sono'.